Anche
all’associazione Le Rondini Onlus ci sarà la possibilità di accogliere due giovani di età compresa fra i 18 e e i
29 anni non compiuti, per il bando 2018 del Servizio Civile, che potranno
già inviare le domande di partecipazione con scadenza 28 settembre. Il progetto
presentato dall’ente proponente Cooperativa sociale Vivere Verde Onlus dal
titolo “Giovani prospettive”, sarà realizzato all’interno del centro
interculturale le Rondini a Senigallia.
L’obiettivo del progetto consiste nell’affiancare i minori dai 6 ai 16 anni appartenenti a diverse nazionalità, nello studio, nell’apprendimento della lingua italiana, nelle molteplici attività ricreative e di socializzazione nel contesto cittadino. Inoltre i giovani che faranno domanda potranno sperimentare esperienze arricchenti attraverso attività interculturali per conoscere e approfondire contesti diversi e immergersi nel dinamico e affascinante mondo dell’infanzia e dell’adolescenza.
L’obiettivo del progetto consiste nell’affiancare i minori dai 6 ai 16 anni appartenenti a diverse nazionalità, nello studio, nell’apprendimento della lingua italiana, nelle molteplici attività ricreative e di socializzazione nel contesto cittadino. Inoltre i giovani che faranno domanda potranno sperimentare esperienze arricchenti attraverso attività interculturali per conoscere e approfondire contesti diversi e immergersi nel dinamico e affascinante mondo dell’infanzia e dell’adolescenza.
Di
seguito riportiamo la testimonianza delle giovani, Maria Teresa Di Taranto e
Laura Becka che sono nella fase finale del servizio civile prestato nella
nostra associazione.
“La
mia esperienza di servizio civile si è svolta presso l’associazione che è
aperta tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19. Le prime due
ore sono dedicate ai compiti e alle lezioni di italiano, nella restante parte
del pomeriggio vengono organizzate attività ludico-ricreative, svolte dai
bambini, con la partecipazione dei volontari. Un paio di mattine a settimana,
nella stessa struttura, si tengono corsi di italiano per le mamme, corsi di
cucito e altre attività formative.
Dopo
diversi anni nei quali ho lavorato con minori, stranieri e famiglie in
difficoltà, l’esperienza di servizio civile mi ha permesso di conoscere un
altro lato del lavoro sociale, che spesso resta sconosciuto agli operatori, ho
imparato a guardare le persone, oltre i loro problemi e bisogni, per quello che
sono, al di là di tutto.
Ho
lavorato con donne spesso sole che con fatica cercano di crescere i loro figli
in un altro paese, donne della mia età, anche più giovani di me, già madri di
uno o due figli, con fardelli molto pesanti. Ciò mi ha colpito molto, dandomi
la possibilità di confrontarmi con loro, di cogliere nelle nostre reciproche diversità
incredibili punti di somiglianza, le stesse fragilità, le stesse paure, sogni
molto più simili di quanto potessi immaginare…
Attraverso
questa esperienza ho imparato che lavorare a contatto con bambini e ragazzi di
altre nazionalità, con persone in difficoltà, costituisce un prezioso scambio
che diventa portatore di benessere e miglioramento personale.
L’esperienza
di servizio civile, pur nella sua complessità è scevra di troppe pretese e si
presenta quindi come un’occasione unica ed irripetibile di crescita personale.
E’
un’opportunità che non si rivolge solo a persone che lavorano nel sociale, ma
costituisce un’importante risorsa e ricchezza per tutti, in quanto ci guida in
un percorso che passa attraverso nuove consapevolezze e riflessioni e ci
consente di entrare a contatto con un mondo di cui facciamo tutti parte, ma che
spesso resta a molti ignoto.
Venendo
a contatto con certe realtà si scoprono angoli profondi dentro di noi che ci
rendono un po’ più umani e solidali gli uni con gli altri. Questa solidarietà
può aiutarci a liberarci da qualsiasi prigione di egoismo e indifferenza,
supplire i nostri vuoti e dar voce ai nostri sentimenti più nascosti.” (Maria
Teresa)
Non dimenticare che dare gioia dà
anche gioia.
“Seduta
sulla mia scrivania, mentre provo a raccontare su un foglio bianco questi mesi,
mi sono venute in mente queste parole di Nietzsche. Non so se io ho dato gioia
a quelle piccole rondini, ma sicuramente loro ne hanno regalata tanta a me. Era
il 13 novembre del 2017, il mio primo giorno di servizio, anche se io
preferisco chiamarlo viaggio. I miei compagni di avventura sono bambini/ragazzi
tra i 6-16 anni, dagli occhi luminosi e pieni di energia. Tra sorrisi sdentati
e bronci permalosi, filastrocche e tabelline da ripassare, disegni da colorare
e puzzle da formare, è un conoscersi quotidiano. Il mio viaggio è fatto di
parole in bengalese, in cinese, in russo, in ucraino, in moldavo, in albanese,
in arabo, in spagnolo, in urdu, in pashtu, in dari, in igbo, un mondo
multiculturale di usi e costumi da rispettare passando da un paese ad un altro.
Eppure non abbiamo solo studiato, bensì condiviso tante risate, pianti,
confessioni, segreti, domande dalle più superficiali alle più personali, prese
in giro, giochi a squadre, canti e balli, ginocchia sbucciate, attività sportive,
gite fuori porta e giornate al mare a fare i pesciolini. Un viaggio che mi ha
fatto ritornare bambina e riscoprire sensazioni che pensavo di aver nascosto in
un cassetto. E’ stato un percorso di formazione, di confronto, durante il quale
siamo cresciuti insieme, nessuno escluso. Mentre provo ancora a trovare il mio
posto nel mondo, sono contenta di aver dedicato un anno della mia vita al
lavoro sociale, ai bambini del centro interculturale Le Rondini che mi hanno
riempita di affetto e mi hanno fatta sentire utile.” (Laura)
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