sabato 8 settembre 2018

Servizio civile 2018


Anche all’associazione Le Rondini Onlus ci sarà la possibilità di accogliere due giovani di età compresa fra i 18 e e i 29 anni non compiuti, per il bando 2018 del Servizio Civile, che potranno già inviare le domande di partecipazione con scadenza 28 settembre. Il progetto presentato dall’ente proponente Cooperativa sociale Vivere Verde Onlus dal titolo “Giovani prospettive”, sarà realizzato all’interno del centro interculturale le Rondini a Senigallia.
L’obiettivo del progetto consiste nell’affiancare i minori dai 6 ai 16 anni appartenenti a diverse nazionalità, nello studio, nell’apprendimento della lingua italiana, nelle molteplici attività ricreative e di socializzazione nel contesto cittadino. Inoltre i giovani che faranno domanda potranno sperimentare esperienze arricchenti attraverso attività interculturali per conoscere e approfondire contesti diversi e immergersi nel dinamico e affascinante mondo dell’infanzia e dell’adolescenza.
Di seguito riportiamo la testimonianza delle giovani, Maria Teresa Di Taranto e Laura Becka che sono nella fase finale del servizio civile prestato nella nostra associazione.

“La mia esperienza di servizio civile si è svolta presso l’associazione che è aperta tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19. Le prime due ore sono dedicate ai compiti e alle lezioni di italiano, nella restante parte del pomeriggio vengono organizzate attività ludico-ricreative, svolte dai bambini, con la partecipazione dei volontari. Un paio di mattine a settimana, nella stessa struttura, si tengono corsi di italiano per le mamme, corsi di cucito e altre attività formative.
Dopo diversi anni nei quali ho lavorato con minori, stranieri e famiglie in difficoltà, l’esperienza di servizio civile mi ha permesso di conoscere un altro lato del lavoro sociale, che spesso resta sconosciuto agli operatori, ho imparato a guardare le persone, oltre i loro problemi e bisogni, per quello che sono, al di là di tutto.
Ho lavorato con donne spesso sole che con fatica cercano di crescere i loro figli in un altro paese, donne della mia età, anche più giovani di me, già madri di uno o due figli, con fardelli molto pesanti. Ciò mi ha colpito molto, dandomi la possibilità di confrontarmi con loro, di cogliere nelle nostre reciproche diversità incredibili punti di somiglianza, le stesse fragilità, le stesse paure, sogni molto più simili di quanto potessi immaginare…
Attraverso questa esperienza ho imparato che lavorare a contatto con bambini e ragazzi di altre nazionalità, con persone in difficoltà, costituisce un prezioso scambio che diventa portatore di benessere e miglioramento personale.
L’esperienza di servizio civile, pur nella sua complessità è scevra di troppe pretese e si presenta quindi come un’occasione unica ed irripetibile di crescita personale.
E’ un’opportunità che non si rivolge solo a persone che lavorano nel sociale, ma costituisce un’importante risorsa e ricchezza per tutti, in quanto ci guida in un percorso che passa attraverso nuove consapevolezze e riflessioni e ci consente di entrare a contatto con un mondo di cui facciamo tutti parte, ma che spesso resta a molti ignoto.
Venendo a contatto con certe realtà si scoprono angoli profondi dentro di noi che ci rendono un po’ più umani e solidali gli uni con gli altri. Questa solidarietà può aiutarci a liberarci da qualsiasi prigione di egoismo e indifferenza, supplire i nostri vuoti e dar voce ai nostri sentimenti più nascosti.” (Maria Teresa)

Non dimenticare che dare gioia dà anche gioia. 
“Seduta sulla mia scrivania, mentre provo a raccontare su un foglio bianco questi mesi, mi sono venute in mente queste parole di Nietzsche. Non so se io ho dato gioia a quelle piccole rondini, ma sicuramente loro ne hanno regalata tanta a me. Era il 13 novembre del 2017, il mio primo giorno di servizio, anche se io preferisco chiamarlo viaggio. I miei compagni di avventura sono bambini/ragazzi tra i 6-16 anni, dagli occhi luminosi e pieni di energia. Tra sorrisi sdentati e bronci permalosi, filastrocche e tabelline da ripassare, disegni da colorare e puzzle da formare, è un conoscersi quotidiano. Il mio viaggio è fatto di parole in bengalese, in cinese, in russo, in ucraino, in moldavo, in albanese, in arabo, in spagnolo, in urdu, in pashtu, in dari, in igbo, un mondo multiculturale di usi e costumi da rispettare passando da un paese ad un altro. Eppure non abbiamo solo studiato, bensì condiviso tante risate, pianti, confessioni, segreti, domande dalle più superficiali alle più personali, prese in giro, giochi a squadre, canti e balli, ginocchia sbucciate, attività sportive, gite fuori porta e giornate al mare a fare i pesciolini. Un viaggio che mi ha fatto ritornare bambina e riscoprire sensazioni che pensavo di aver nascosto in un cassetto. E’ stato un percorso di formazione, di confronto, durante il quale siamo cresciuti insieme, nessuno escluso. Mentre provo ancora a trovare il mio posto nel mondo, sono contenta di aver dedicato un anno della mia vita al lavoro sociale, ai bambini del centro interculturale Le Rondini che mi hanno riempita di affetto e mi hanno fatta sentire utile.” (Laura)


giovedì 23 agosto 2018

lunedì 14 maggio 2018

Laboratorio di autobiografia per donne migranti



Si è concluso lo scorso 7 maggio il laboratorio autobiografico rivolto a donne immigrate, del progetto “Le donne migranti raccontano le donne: per un futuro da cucire insieme”, sostenuto con i fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese. Il percorso, suddiviso in due fine settimana, ha visto la partecipazione attiva di circa 12 donne provenienti da: Pakistan, Afghanistan, Bangladesh, Tunisia e Nigeria. Il lavoro di tipo esperienziale ha permesso di lavorare sull’identità personale attraverso l’esplorazione, anche grafica, del proprio nome e delle modalità con cui viene dato nelle varie culture; abbiamo approfondito il significato dell’essere donna qui e nel paese d’origine, attraverso l’elenco degli episodi salienti della vita e la suddivisione del tempo e delle proprie attività durante la giornata. Successivamente si è parlato delle figure importanti della propria vita per poi raccontare l’esperienza del viaggio con tutte le aspettative, paure, speranze, desideri e timori che l’hanno accompagnato. Infine, si è guardato al futuro, raccontandosi quello che si vorrebbe. Le donne hanno partecipato attivamente al percorso in un clima di confidenza e complicità. È emerso il ritratto di donne coraggiose e innamorate della loro famiglia, che vanno avanti nonostante fatiche e difficoltà, consapevoli di sé, del proprio valore e dell’importanza del loro lavoro; donne che, pur nella complessità legata al vivere fra due culture, non rinunciano a momenti di condivisione reciproca non appena se ne presenta l’occasione. L’ultimo giorno ci hanno allietate con i loro canti tradizionali e poi abbiamo fatto festa, mangiando insieme i saporiti piatti tipici che avevano appositamente cucinato.



venerdì 30 marzo 2018

Domani 31 marzo dalle ore 16.00 presso l’ex-pescheria del Foro i bambini delle Rondini parteciperanno al progetto @rivestiti di cultura 2018, promosso in collaborazione con la Consulta della Cultura e con l'Amministrazione Comunale. Quest'anno il titolo del tema sarà: “Ogni storia comincia con un bacio”, in omaggio alla mostra internazionale di Robert Doisneau ospitata dalla nostra città alla fine di marzo. Il nostro contributo sarà la presentazione di una piccola mostra dal titolo “Il bacio dell’accoglienza” e tantissime sorprese….. ecco un anticipo… vi aspettiamo!!!

lunedì 5 marzo 2018

Laboratorio di autobiografia per donne migranti

In occasione del mese dedicato alle donne, l’associazione Le Rondini Onlus, organizza un laboratorio di autobiografia per donne migranti a partire da martedì 13 marzo alle 16.30, presso i locali dell’associazione in piazza Garibaldi 1 a Senigallia.
Il laboratorio è la seconda tappa del progetto “LE DONNE MIGRANTI RACCONTANO LE DONNE: un futuro da cucire insieme”, sostenuto con i fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese. Un bel gruppo di donne di varia origine, Bangladesh, Pakistan, Afganistan, Tunisia e Nigeria, sta partecipando al corso di cucito e insieme inevitabilmente si ritrovano a raccontarsi le proprie esperienze, a scambiarsi consigli, desideri, progetti. In questa nuova fase, aperta anche a chi non partecipa al corso di cucito, le donne migranti avranno l’opportunità di un luogo in cui riflettere su di sé attraverso la scrittura. Prendere la parola per raccontarsi è il primo passo per cominciare a cercare il senso delle esperienze vissute, attribuire dei significati agli eventi e costruire delle teorie che li possano spiegare in modo soddisfacente, dedicandosi tempo e spazio. Dopo una prima parte di conoscenza, Maria Rosaria Baldin, docente e formatrice in laboratori e seminari di arte dell'autobiografia, con esperienza ventennale negli sportelli immigrazione della provincia di Vicenza, intraprenderà un lavoro sul proprio nome e poi su volti conosciuti, tempi, spazi, luoghi, oggetti, azioni della propria vita. In una seconda parte si parlerà del viaggio anche come metafora della vita, la valigia, la partenza,  la strada, le fermate, l'arrivo: cosa ho trovato, il mio paese ieri e oggi. 
Scrivere di sè pertanto aiuta a recuperare i ricordi, imparando da sè stesse e acquisendo consapevolezza delle proprie conoscenze; porta inoltre a confrontarsi con le storie e le scritture delle altre. Il lavoro è individuale, il gruppo sarà lo specchio che riflette i frammenti autobiografici delle corsiste e che permetterà di mettere in risalto le uguaglianze e le differenze di ognuna. Nel laboratorio non si giudica, ma ci si limita ad accogliere le storie che le altre, eventualmente, decidono di donare.
Per chi fosse interessato a partecipare può contattare il centro interculturale Le Rondini:

e-mail: lerondinisenigallia@gmail.com, cell.: 348.5569535

giovedì 4 gennaio 2018